È Guerra

È Guerra

Nel marzo del 2003 l’armata americana si preparava ad invadere l’Iraq accompagnando questa azione con un’imponente campagna mediatica. Tutti noi avevamo sentito parlare di questo paese e del suo dittatore Saddam Hussein, già diverse volte, ed in maniera particolare nel 1991, ai tempi della Prima Guerra del Golfo.
Da subito questo conflitto assunse una fisionomia diversa rispetto ai precedenti, il pubblico televisivo vedeva lo svolgersi degli eventi in diretta. Le forze alleate diedero della battaglia una nuova immagine, ipertecnologica, con un che di asettico, pulito. Guerra si, ma chirurgica. Comparvero per la prima volta le bombe intelligenti, che a detta degli stati maggiori colpivano solo i loro bersagli senza fare vittime fra la popolazione.
La situazione politica attuale è molto diversa da allora, ed in particolare dopo quello che Baudrillard ha definito l’evento assoluto, ovvero l’11 settembre 2001. L’estrema dicotomizzazione della realtà tra la coalizione dei volenterosi, e il cosiddetto asse del male, o paesi canaglia, ha portato alla lotta al terrorismo, come imperativo assoluto, generando una situazione di precarietà internazionale.

Fissare l’immagine di un conflitto attraverso la televisione sembra un po assurdo, ma in realtà queste foto ci mostrano come oggi i media, e in particolare la tv, ci propongono una tragedia immane come la guerra. Le immagini, possiamo affermarlo, sono bellissime, perfette, con una estetica accattivante che cattura subito l’occhio. Il segreto forse è proprio questo: i governi di oggi hanno capito che mostrare le proprie nefandezze attraverso la televisione non provoca in noi alcuna reazione.
La particolarità dei media visivi è proprio quella di informare senza turbare: danno visibilità alle tragedie che accadono ogni giorno senza distrarre dal tran tran quotidiano. Quindi fotografare lo schermo è tentare di fermare il flusso incessante di informazioni, per cercare di prendere coscienza delle mostruosità che avvengono sotto i nostri occhi innocenti.

Bologna marzo 2005